Donazioni di plasma anche al sabato presso l’ospedale Maggiore a cura dell’AVIS

A partire dallo scorso novembre, anche i donatori delle Avis novaresi che fanno riferimento all’Unità di Raccolta (UdR), possono beneficiare della possibilità aggiuntiva di donare il plasma nella giornata del sabato, presso l’Ospedale Maggiore di Novara.

Una novità importante, che ha come obiettivo l’autosufficienza di plasma e di medicinali plasmaderivati in Provincia, come abbiamo già avuto modo di parlarne in un nostro precedente articolo.

Per saperne di più, abbiamo rivolto alcune domande a Giorgio Dulio, presidente dell’Avis Comunale di Novara, dalla quale dipende l’UdR.

Per cominciare, quando e come è iniziata la plasmaferesi al sabato? ​

«La plasma donazione organizzata ed eseguita da UdR Avis Novara è partita il giorno 12 novembre 2022. Si effettua nelle giornate di sabato sulla base del calendario raccolte concordato con il Servizio Immunotrasfusionale (SIMT) dell’ospedale Maggiore di Novara. Il calendario è consultabile sul sito avisnovara.it e dal sito ci si può anche prenotare per questa tipologia di donazione. Già in settembre l’UdR Avis Novara ha iniziato a formare il personale medico ed infermieristico grazie ad incontri formativi (regolarmente autorizzati dall’Azienda Ospedaliera) con tecnici-specialisti dell’azienda fornitrice delle attrezzature per suddetta procedura. Il periodo di formazione è tutt’ora in corso e si pensa di completarlo verso maggio di quest’anno, con l’obiettivo di avere almeno una quindicina di medici ed infermieri pronti. Ciò potrà consentire un incremento delle date di  apertura dell’ UdR presso il SIMT di Novara incrementando di conseguenza le donazioni di plasma. Pensiamo infatti di aprire tutti i sabati e qualche domenica in aggiunta al calendario di prelievi concordato nel novembre scorso per la programmazione dell’attività annuale delle UdR Avis Novara ed Arona in collaborazione e coordinamento dell’Avis Provinciale». 

Da dove viene l’esigenza di raccogliere plasma anche con l’UdR? ​

«La decisione di attivare le UdR per la raccolta del plasma nasce da una specifica richiesta espressa dalla SRC Trasfusionale Piemonte durante l’incontro della “Cabina di Regia Area Piemonte Nord Orientale” il 12 aprile 2022. Tale richiesta, fortemente sollecitata dal referente SRC dott. Giovanni Camisasca, è stata condivisa da tutti i componenti e in particolare dall’Avis Provinciale di Novara che ha posto nella Plasmaferesi il punto prioritario nella sua campagna promozionale». 

Ci sono già i primi dati?

«Per ora i dati sono ancora parziali poiché è stato possibile dedicare solo 5 sabati a questa procedura, che si aggiunge alle normali donazioni di sangue. I numeri sono comunque confortanti e ci fanno ben sperare: plasmadonazioni raccolte n. 21 – donazioni di sangue intero 110». 

Si sta già lavorando a una campagna comunicava ad hoc?

«Per quanto riguarda la promozione non vi è ancora una strategia. Per ora ci limitiamo a invitare i donatori grazie alla chiamata personale effettuata dalla nostra segreteria. Le idee non mancano, e spaziano dall’utilizzo degli organi d’informazione, ai social, a iniziative dedicate. Il primo passo, quello che riteniamo fondamentale, è il contatto diretto con i medici selezionatori, che in sede di valutazione del donatore, possono orientarlo alla plasmadonazione. Riteniamo comunque fondamentali la promozione ed il sostegno che tutte le Avis della provincia hanno messo in campo nel percorso di arruolamento del candidato donatore».

Quanto è importante incrementare le donazioni di plasma?

«Per Avis l’importanza di aumentare le donazioni di plasma è fondamentale per rispondere alle esigenze terapeutiche dei nostri ammalati e deve essere direttamente proporzionale all’incremento delle donazioni raccolte, nell’ottica dell’autosufficienza nazionale. Dal plasma si ottengono molti farmaci salvavita fondamentali in molte terapie, oltre al normale impiego chirurgico/terapeutico. Questi costosissimi farmaci non sono riproducibili in laboratorio ma ottenibili dall’uomo e la loro disponibilità dipende esclusivamente da quanto è raccolto ed utilizzato. E’ doverose, infine, ricordare che i donatori italiani sono tra i più controllati al mondo con chiari benefici nell’ottica trasfusionale e della sicurezza farmacologica». 

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